martedì 15 aprile 2008

Quando il contesto non ha confini


La vita umana ruota attorno ad un contesto, che riguarda non solo condizioni personali(ad esempio fattori economici, sociali e comportamentali), ma anche 'extrapersonali', come la situazione del paese in cui abitiamo, il clima, il tipo di ambiente. Dunque, non si può pretendere di capire o conoscere un uomo se si prescinde dal contesto in cui è inserito: cosa avrebbero significato le parole di Primo Levi se egli non si fosse trovato a vivere(pardon...soffrire) in epoca nazista all'interno del campo di concentramento di Auschwitz? Certamente avrebbero dipinto il quadro di un uomo stanco, disperato, prostrato da continui sacrifici e dal lavoro, ma assumono una sfumatura, una connotazione e un significato totalmente diversi se inseriti nel disumanizzante contesto di guerra e odio che lo scrittore si trovava, giorno per giorno, a dover fronteggiare. Così il contesto non è solo il contorno delle nostre esperienze, una nota a latere della nostra vita, bensì parte di noi e del nostro essere uomini. Se vogliamo, il fatto stesso di vivere, ci porta inevitabilmente ad entrare in contatto con ciò che ci circonda: gli altri individui e l'ambiente. Che questi, poi, abbiano influenza diversa da persona a persona è pur certo... Il contesto, dunque, come un puzzle, è ciò da cui parte la comprensione, la cornice e la matrice comune delle nostre avventure, le tessere del puzzle(nel caso di Levi, la guerra che ha influenzato tutti i suoi lavori).

Cosa c'entra la matematica con tutto questo? Essa non è altro che un linguaggio con cui l'uomo s'esprime e come tale non è certo indipendente dall' insieme di condizioni che costituiscono un contesto: è sottoposta ad una serie di leggi, formalismi, regole, simboli, che hanno bisogno di essere spiegati per poter essere capiti a fondo. E' una metafora della vita ne' più ne' meno, in cui gli elementi sono inseriti in un contesto che non può esser trascurato.

Concludo con un passo tratto dal 'Saggiatore' del grande Galileo Galilei, che di queste cose se ne intendeva molto:"la filosofia è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi agli occhi(io dico lo universo), ma non si può intendere se prima non s'impara a intender la lingua, e conoscer i caratteri, ne' quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche, senza i quali mezzi è impossibile a intenderne umanamente parola; senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro laberinto". La matematica è, quindi, in definitiva, il linguaggio che consente di pervenire alla struttura intima e alla descrizione del mondo.

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